Oplà parla italiano. “Che ovvietà!”
direte voi. E invece no, non c’è proprio niente
di ovvio.
Quando diciamo che parliamo italiano, intendiamo che nei
nostri prodotti non ci capiterà di scrivere “vision”
anziché “visione”, o “advertising”
anziché “pubblicità”; non ci verrà
mai in mente di chiamare un nostro film “Ocean’s
eleven” o “The Blair witch project”.
In un mondo aggredito dall’inglese, cerchiamo di
andare controtendenza ed evitare di parlare “italiese”.
Non useremo mai una parola inglese se ne esiste una italiana
altrettanto efficace, ma non siamo dei puristi: utilizziamo
tranquillamente parole come “computer”, “pub”
o “film”, che oramai sono parte integrante della
nostra lingua.
Non lo facciamo per vezzo o per differenziarci, lo facciamo
per convinzione e pure per convenienza! Alcuni studi recenti
hanno dimostrato per esempio che le pellicole con titoli
in inglese hanno meno spettatori di quelli che potrebbero
avere: una fascia di popolazione si sente “tagliata
fuori” dalla cosa, e certo non è intelligente
rinunciare ad una parte del mercato potenziale.
Naturalmente Oplà può parlare anche dialetto
comasco, latino, inglese, norvegese, spagnolo, francese, tedesco, polacco,
ceko, sloveno, e perfino cinese! In un battibaleno sapremo
trovarvi un traduttore per la “localizzazione” di qualsiasi
prodotto.
Inoltre se volete possiamo parlare anche “europanto”:
un divertente mix delle lingue europee che potrebbe diventare
in futuro l’unica lingua del continente!
Chi vuole saperne di più può visitare:
www.europanto.be
it.wikipedia.org/wiki/Europanto
Ah, se volete chiamarci non parlerete con il “Chief
executive officer”, ma con l’Amministratore
delegato: così magari capite pure cosa fa il vostro
interlocutore…